D: La sveglia (quella mentale, ovvio! E chi si sogna di portarsi un orologio o una sveglia in mezzo al deserto!) suona sul tardi, e se...

Notturna

/
0 Comments

D: La sveglia (quella mentale, ovvio! E chi si sogna di portarsi un orologio o una sveglia in mezzo al deserto!) suona sul tardi, e senza fare colazione carichiamo tenda e sacchi a pelo. Consultando il GPS, viene fuori che siamo vicini al cratere meteoritico di Aouelloul, indicato sulle guide come degno di una visita. Ormai benzina ne abbiamo in abbondanza: nessun problema a fare un po’ i turisti!
Torniamo indietro di qualche km, poi puntiamo fuori rotta seguendo un punto sul GPS: credo che tutti i giri in montagna (da noi, sulle alpi...), quelli in cui ci si ostina a portare 220 kg di moto su per le pietraie, servano come allenamento a questo... non c’e’ niente di più bello che tirare dritti in mezzo a sabbia, sassi, cespugli,... e sapere che è tutta una questione di gas ed equilibrio, che il peso della moto ed i muscoli sono un fattore secondario.
Il cratere di Aouelloul
Ritratti sul cratere Una foratura a testa. Notare la bottiglia ai piedi della mia moto, è l'"acqua" che Davide si è fatto dare ad Ain Cefra...

Arriviamo al cratere, che in effetti merita, e merita anche qualche passaggio tecnico per arrivarci, mentre non merita la foratura di Nicola subito dopo... ad Atar non arriveremo mai!
E prima di Atar c’è  tempo di attraversare ancora qualche cordone di dune, di urlarsi un po’ dietro (è da parecchio che non si mette qualcosa di decente sotto i denti: io sinceramente di cous-cous la sera prima ne ho mangiato ben poco, e quella prima ancora eravamo a corto di acqua per cucinare... per cui il nervosismo è quasi giustificato), di correre su piste di dure pietre e... di bucare pure io!


L'oued Nouatil

Panorama sulla strada per Amogjar

Fort Saganne all'orizzonte
N: Arriviamo ad Atar dopo 4 ore, scendendo la falesia dal passo di Nouatil (Ebnou), la "nuova strada" costruita a proprie spese da un privato per facilitare l'accesso a Chinguetti. È una discesa vertiginosa,  scavata a colpi di dinamite nel fianco della montagna, senza nulla che separi la carreggiata da un dirupo di 300 m. Mozzafiato.
Arrivati in città ci premiamo con un pollo e patatine che, complice fame e la tensione accumulata, mi sembrano un pasto divino, la cosa più deliziosa di cui io possa avere memoria...

D: E io senza esitare mi tracanno anche 5 bottiglie di coca-cola, quelle in vetro spesso, quelle da noi sono quasi una rarità...
La città è in fermento, aspetta l’arrivo della Dakar, ci sono parecchi turisti, ma noi così sporchi e malconci, seduti su quel tavolino sul marciapiede, a sbranare il nostro pollo, con a fianco le moto ricoperte da uno spesso strato di sabbia e polvere, attiriamo una inevitabile curiosità!
La pausa dura tutto sommato poco... Vogliamo passare la notte a Chinguetti, settima città santa dell’Islam e forse la più famosa di tutta la Mauritania. Per arrivarci ci sono ancora 120 km di fuoristrada! Decidiamo di non rifare il passo di Nouatil ma seguire la strada vecchia per il passo di Amogjar. Si tratta di un’"allungatoia", che per
ò è da tutti segnalata come molto bella e panoramica. Ed è così. Se mai sarete da quelle parti, evitate la strada nuova (sterrata anche quella, ma, a parte il breve tratto del passo di Nouatil, simile ad una pista da bowling) e buttatevi in mezzo a questi canyon, con la strada che si arrampica e regala ad ogni curva scenari da brivido...
All’inizio si corre sul piatto, con ripide conformazioni rocciose ai lati, con qualche gregge qua e là, e qualche tratto di sabbia e qualche wadi piccolino da attraversare (di quelli bastardi, di quelli che non vedi fino all’ultimo e rischi di capottarti attraversandoli!) a ricordarti che non sei in Europa... poi la pista si infila in un canyon cieco, e per salire al piano superiore c’è qualche passaggio un po’ impegnativo...
Qui incontriamo due spagnoli in moto, un LC8 e un Adventure, anche loro soli, senza auto d’appoggio, che provengono dalla direzione opposta. Se già incontrare qualche viaggiatore europeo nel nulla è sempre occasione di sosta, incrociare due in moto, con la tua stessa filosofia di viaggio, che hanno percorso le tue stesse piste, è una festa vera e propria: come va, come non va, da dove si arriva, dove si va e... e poi a parlare delle soluzioni adottate sulla moto, di dove far stare i bagagli, la benzina, i ricambi... E scopri che questi hanno adottato una soluzione banale ma efficace: uno porta i bagagli, e l’altro ha i due "bauletti portaorgani" della Touratech carichi di benzina... e ci fa stare 40 litri!

N: Ci scambiamo informazioni sul percorso. Ci dicono che un po’ più avanti ci sono dei tratti impegnativi, che a farli in salita suderemo parecchio e che (se ci arriveremo!), a Chinguetti ci arriveremo col buio! Sembrano un po'scettici, e per di più ci salutano con l’augurio ‘Buena suerte...’ che a me suona parecchio sinistro... cosa ci aspetterà nei prossimi km? Inutile preoccuparsi, andiamo e vedremo...

D: E puntuali, ormai all’imbrunire, quando tutto diventa rosso fuoco, arriviamo alle prime due ‘trialere’ che ci avevano pronosticato. Nicola viaggia per primo, e sinceramente -scusa compare!- mi aspetto di trovarlo a terra da un momento all’altro. Supero il primo tratto impegnativo, e a metà del secondo inizio a guardare anche giù dal burrone... non è che Nicola è finito di sotto? Invece no, invece lo ritrovo lassù, bello carico, e mi dice che ha portato l’Africozza su dando delle gran manate di gasss: bravo franco!
Qui non sappiamo se fermarci a fare foto a questo paesaggio splendido, colorato di rosso dal sole che scompare lentamente, o correre verso Cinguetti, approfittando dell’ultima luce... E votiamo per le foto, tanto l’arrivo in notturna è stato una costante di questo viaggio!

La salita per il passo di Amogjar
Nicola trova ancora la voglia di cadere, ma ormai non ci fa caso neanche lui, e con la mente allegra ci gustiamo le rovine di Fort Saganne, costruito dai francesi non per scopi difensivi ma... ma per girarci un film!


La prima "trialera" (sulla sinistra)

Gli ultimi 50 metri sono disumani!

In cima al passo (ad ancora 60 km da Chinguetti) c’è l'insegna di un Auberge, ma decidiamo di tirare dritti, e i fare al buio l’ultimo tratto. Per fortuna la pista è molto ben battuta e molto scorrevole, per cui si può viaggiare affiancati, a velocità sostenuta, fendendo il buio con cinque fari e quattro occhi come abbiamo imparato a fare sulla Via della Speranza...
Peccato che arriviamo a viaggiare un po’ troppo disinibiti, e ad una curva secca finiamo fuori strada in due! Grasse risate e nessun danno, ma giriamo un po’ meno il polso per arrivare integri al nostro auberge di Chinguetti, un ostello che ci ha segnalato un europeo a Tidjikja.
Impressionante arrivare in una cittadina relativamente importante e frequentata che al posto dell’asfalto ha solo sabbia, e sicuramente piacevole l’accoglienza e il piatto di pasta che ci riserva il giovane proprietario dell’auberge. Un tendone piantato nel cortile con due materassi dentro, servizi limitati, luce garantita dalle candele ma... una voglia di "far bene" che non sempre si trova da queste parti!
Cena in compagnia del capo e di uno stravagante tedesco che viaggia solo con mezzi pubblici senza conoscere una parola di francese e pochissime di inglese... davvero singolare. Così come è singolare scoprire che il proprietario 23enne, che è sposato con una quindicenne con cui ha un figlio, si sta impegnando a fare andar bene il suo ‘albergo’ perché così può racimolare abbastanza soldi per permettersi un’altra moglie...

Scorci di Chinguetti, con le porte tradizionali in legno e la moschea

Mauritania 2006: Stage 8
6 Gennaio 2007
Percorso: Aouelloul - Atar - Chinguetti (206 km)


Mauritania 2006: Cronologia



    Nessun commento:

    © africatime.bike 2016. Powered by Blogger.