Il viaggio non ha un inizio: risiede da qualche parte, e prima o poi verrà fuori. So che andrò: senza sapere dove e non importa quando, per...

Il viaggio che non finisce

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Il viaggio non ha un inizio: risiede da qualche parte, e prima o poi verrà fuori. So che andrò: senza sapere dove e non importa quando, perché il viaggio non è solo partire, il viaggio è dentro. 

E così anche questo viaggio è comparso come un'idea vaga ed indefinita. Un’idea buttata lì come una battuta a volte prende vita fino a diventare reale. Scherzi sulla moto ferma in garage acciaccata dai viaggi e dagli anni, poi prendi in mano una cartina per rivedere percorsi fatti dieci anni fa, quella pista intrigante che non hai fatto perché quella volta..., quella foto sulla duna che era venuta così bene, in cui scopri quel dettaglio a cui non avevi mai fatto caso. Ormai ci sei dentro fino al collo, sei già in viaggio, anche senza sapere ancora bene per dove.

Prima tappa: la preparazione. Preparazione del materiale, ma soprattutto della moto. Smontaggio, manutenzione, verifiche, piccole modifiche basate sull'esperienza dell'ultimo viaggio. Viaggiare in fuoristrada vuol dire affidarsi ad un mezzo, e non c'è nulla di più rassicurante di conoscerlo in ogni sua parte. La sensazione di guidarlo avendo il controllo completo sulla meccanica è appagante; la moto smette di essere un mezzo per diventare una vera compagna di viaggio, da accudire e su cui poter contare.

E così eccoci in garage a smontare la moto. Un rito zen, un mantra da recitare senza fretta. La responsabilità ed il sottile equilibrio che corre tra superfluo, utile e indispensabile si alienano, in operazioni di meccanica, che sporcano le mani e chiariscono i pensieri: niente sostanze, è solo che il preparativo è il prologo del viaggio.

Ma allora andiamo davvero?

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