Addormentarsi sotto un miliardo di stelle, senza tenda, è come scivolare dolcemente in un  sogno. E altrettanto dolce è il risveglio, ...

Stage 9. Chiudere il cerchio

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Campo alla dakariana sulla pista del treno

Addormentarsi sotto un miliardo di stelle, senza tenda, è come scivolare dolcemente in un  sogno. E altrettanto dolce è il risveglio, ancora prima dell’alba, accompagnato dal passaggio dell’ennesimo treno.

Il treno più lungo del mondo
Non è un risveglio brusco: il rumore sordo di questo enorme treno, che con più di 200 vagoni arriva ad essere lungo fino a 2.5 km, comincia impercettibile annunciando l’arrivo del convoglio con mezz’ora buona di anticipo, crescendo così lentamente che quando raggiunge massimo l’orecchio ci si è del tutto abituato. Su questo infinito anellide di vagoni carichi di minerale ferroso viaggia di tutto: sopra i cumuli di roccia si scorgono persone, oggetti fissati alla meglio, e questa volta anche un nutrito gregge di capre. Alla fine ci si adegua a ciò che si ha: qui non c’è una strada, e per attraversare mezza Mauritania questo treno rappresenta sicuramente una risorsa. 

Il treno più lungo del mondo

Viaggia lentissimo ma inarrestabile, e ci immaginiamo che possa costituire una via di salvezza nel caso in cui dovessimo finire la benzina. Si accende la fantasia: potremmo a corrergli a fianco, saltare su “al volo” e caricare qualche tanica di benzina nella città d’arrivo, risalire sul treno che ritorna indietro e saltare giù a rimpinguare i serbatoi dei mezzi. Ci avviciniamo ai binari curiosi di capire se sia fattibile: ma per quanto possa essere lento, saltarci su in corsa è un piano folle, meglio che ci facciamo bastare la benzina che abbiamo!!!

Il treno più lungo del mondo

Purtroppo il gruppo di romani incontrato ieri è probabilmente molto avanti a noi, e l’unica speranza è di trovare benzina al mercato nero a Tmeimichat, un paese di servizio della ferrovia a 30 km di qui. Ma dieci anni fa non lì non avevamo avuto fortuna.
Il treno più lungo del mondoFiniamo la colazione ragionando di benzina e via, ancora a correre sulla sabbia e sulle piste di questa terra deserta. Raggiunta Tmeimichat notiamo subito un gruppo di cinque KTM lituani  accampati nel cortile sabbioso della gendarmeria. Due moto sono smontate ed i motociclisti ci stanno armeggiando su… Uno di loro ci viene subito incontro, visibilmente incazzato col mondo, e - neanche il tempo di salutare - ci ammonisce: attenzione! non comprate benzina qui!

Ci racconta di benzina sporca, benzina merdosa che gli è stata venduta in questo villaggio, e che ha messo fuori uso due moto dopo una quindicina di km. Ora stanno cercando di salvare il salvabile ed evitare problemi alle altre moto, ma pensano di caricare le moto in panne sul treno, che in questo paese fa una sosta tecnica. Che fare? Noi abbiamo disperato bisogno di benzina… e in fondo ne abbiamo sempre comprata al mercato nero, nei più sperduti villaggi, senza mai problemi: ci viene la tentazione di pensare che le nostre AT siano più di bocca buona dei K, che qui sono al primo rifornimento di benzina da fusti…ma forse è meglio non fare la prova...
Intanto il nostro compare di sventura prosegue nel racconto: sono stati soccorsi da un gruppo di italiani, che hanno caricato le loro moto su un pickup per riportarli indietro al paese e gli hanno regalato 15 litri per ripulire i serbatoi. Sobbalziamo: sono i romani di ieri!!!
E dove sono adesso, chiediamo? Hanno dormito lì, ci risponde indicando una costruzione vicina. Ci congediamo alla velocità della luce ci fiondiamo a cercarli. La fortuna ci bacia: non sono ancora ripartiti.

Giorgio Ricci di Raid Inside
Questa volta ci presentiamo meglio: è Giorgio Ricci di Raid Inside, che con altri due motociclisti ed un pickup è al ritorno da un viaggio esplorativo. Ci attardiamo in racconti e descrizione dei percorsi, e alla fine Ricci ci regala un inaspettato pieno: mai regalo fu più gradito! Questo dono per noi rappresenta la certezza di arrivare a fine pista, di raggiungere l’asfalto senza l’incubo di fermarsi in mezzo al nulla.

Ripartiamo rassicurati, gustandoci ancor di più questa pista sperduta, con tratti molli, altri duri, percorrendo interminabili “fuori pista”, senza tracce, seguendo esclusivamente la direzione data dal GPS. La sensazione di guida è onirica: fino all’orizzonte tutto è color ocra, appiattito da una luce diffusa che  nasconde dossi, sobbalzi e accidenti della sabbia. Si perdono completamente i parametri di guida, è difficile capire se si stia andando in salita o discesa, se si sta esagerando con la velocità o se si sta andando piano… paradossalmente le asperità sono rimarcate solo dal lavoro delle sospensioni, unico riferimento concreto in questa sensazione di fluttuare in una dimensione parallela.

Sulla XRV la sella si puo' usare come cavalletto... Arriva a destarci da questo sogno di guida l’ennesima foratura… che a questo punto prendiamo con molta filosofia. Nicola si attrezza con la sella ad uso di cavalletto centrale (in questo punto non c’è una pietra più grossa di un dado nel raggio di chilometri!) mentre Davide ne approfitta per prendere il sole… E in lontananza, qualche km più a nord, ci sembra di veder passare le tre moto dei Romani: “date del gas e divertitevi, nostri salvatori!”
In realtà dopo pochi km li incrociamo nuovamente, mentre sono in sosta per il pranzo. Vorremmo salutarli e ripartire, ma resistere alla tentazione di una sorsata di vino dopo tutto questo tempo è impossibile, e la pausa ci ricorda che oggi non abbiamo motivo per non mettere qualcosa in pancia per pranzo… il resto lo fanno i racconti di viaggio, di cui Ricci ha una scorta inesauribile! Ripartiamo quindi tutti insieme correndo in gruppo sulla pista, fino a Bou Lanouar,  dove si incrocia la strada per Nouhadibou. Ma, per non farci mancare nulla, passando fra i detriti ferrosi della ferrovia Davide rimedia una foratura nella camera posteriore...

Il treno più lungo del mondo

Riprendiamo possesso del nostro furgone nel tardo pomeriggio. Abbiamo ancora il tempo per una doccia e per una piacevole cena con i nostri nuovi amici romani. Domattina si riparte, ci attendono 2300 km di strada per tornare a Tangeri, e di nuovo frontiere, dogane, e mille posti di blocco. Avremo tutto tempo per rielaborare insieme difficoltà e impressioni, e per formulare il giudizio finale su questa nuova moto, che vi racconteremo a breve.

Abbiamo chiuso il cerchio: siamo tornati alla base, in tempo e con le nostre moto. La CRF affianca la XRV sul carrello come all’andata, con qualche graffio in più, ma con un nuovo portamento: ha dimostrato di essere all’altezza del suo nome.

Abbiamo chiuso il cerchio



Stage 9
  • Percorso: Tmeimichat - Nouhadibou

Mauritania 2016: Cronologia



    2 commenti:

    1. mitici

      mi dispiace per i KTM, ma gli Italiani son sempre i migliori ovunque. se non vorrete avere problemi di carburante in futuro :) contattatemi :)

      guglatech.com

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      Risposte
      1. Sarebbe fantastico averne una versione per il CRF1000... per caso qualcosa gia' bolle in pentola? :-)

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