Il risveglio in un campo nel deserto è un momento magico. La luce dell'alba prima del sorgere del sole, il silenzio rotto solo da...

Stage 2: Miraggio

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Il risveglio in un campo nel deserto è un momento magico. La luce dell'alba prima del sorgere del sole, il silenzio rotto solo dal frusciare del vento, il pensiero delle piste da percorrere e dei luoghi da raggiungere. La consapevolezza che abbiamo davanti occasioni uniche, decisioni da prendere, prove da superare: emozioni forti, difficili da raccontare.

Ci aspetta una giornata impegnativa. Obiettivo: raggiungere entro sera il mitico passo di Tifoujar, unico passaggio in una falesia altrimenti insuperabile, che segna il confine di un enorme altopiano roccioso. Fare campo sul passo è il nostro sogno da quando abbiamo visto una fotografia mozzafiato in un libro fotografico sui deserti del mondo... Ma per arrivarci bisogna superare l'erg Amatlich, un cordone di dune largo 8 km e lungo più di 100. Un solo passaggio: Foum Tizigui, una bizzarra apertura fra le dune che vista dal satellite appare come un corridoio perfetto, lasciato aperto dalla Natura come per un'inspiegabile concessione. Ma è una concessione parziale: anche in questo passaggio il vento raccoglie la sabbia in piccole dunette ravvicinate, ed i nostri libri avvertono che senza una guida esperta è sconsigliabile avventurarcisi. Ce la faremo? Il pensiero di questa sfida è elettrizzante, e così partiamo con un'incosciente dose di buon umore.

Veniamo subito ripagati da piste scorrevoli che esaltano il piacere di guidare moto di questa cilindrata, e pianure su cui si può correre liberamente in qualsiasi direzione in un euforico senso di libertà.



Equilibrio instabileMa arrivano presto il primo insabbiamento e la prima foratura, che ripariamo di gran lena per non perdere neanche un minuto, quasi come se stessimo partecipando ad un rally. Ingenui... questa sarà solo la prima di una lunga serie.


Poi il primo dilemma: seguire delle tracce ben battute ma che puntano nella direzione sbagliata, o i nostri punti GPS che però si infilano in una zona di dune? Sicuramente la pista da qualche parte va, ma decidiamo di assecondare il GPS. Sappiamo infatti che troveremo benzina a Akjoujt, una cittadina mineraria che incontreremo più avanti, ma non siamo sicuri di avere abbastanza autonomia per arrivarci e non possiamo permetterci deviazioni. Intuizione geniale: leggendo l'etichetta dell'acqua minerale bevuta al confine abbiamo scoperto che esiste uno stabilimento a Benichab, che non è troppo lontano. Se c'è una fabbrica ci sarà sicuramente un benzinaio! Compiaciuti del nostro sopraffino spirito di osservazione partiamo fiduciosi.
Ci godiamo la pista e con buon ritmo puntiamo verso questo ipotetico polo industriale. Prime baracche... sarà la periferia... baracche finite: ma dove ca@@o è il paese? Non ci sono nemmeno le strade, figuriamoci distributori... Chiediamo quindi indicazioni per la fabbrica dell'acqua, che fortunatamente esiste davvero: uno stabilimento in mezzo al nulla. Moustapha, il tecnico della fabbrica di acqua minerale di Benichab Ci accoglie Moustapha, un giovane tecnico che ci regala subito due casse di acqua minerale, ci racconta della vita e delle condizioni di lavoro del luogo, e ci mostra orgoglioso lo stabilimento ed i macchinari (italiani!) di cui è responsabile. Ma nonostante una serie di telefonate a conoscenti e collaboratori di benzina neanche l'ombra. Ops... alla faccia dell'intuito, questa volta abbiamo toppato!
Incredibile il senso di accoglienza di questo giovane tecnico distaccato in un posto sperduto: si raccomanda di richiamarlo quando arriveremo alla prima città, altrimenti ci verrà a cercare. "Ora sono responsabile di voi"!

Guadagnano la strada asfaltata a 60 km da Akjoujt. Il completo display della nuova CRF indica che restano di 2 litri: nonostante i consumi di 25 km/litro a 70 km/h il motore ammutolisce a 10 km dalla meta. Procediamo ad un travaso dai serbatoi addizionali dell'XRV. In quei cinque minuti passa una sola macchina: si ferma, abbassa il finestrino e ci porge una bottiglia d'acqua fresca. Oggi lezioni di accoglienza!

Il pieno ad Akjoujt
Akjoujt, tre distributori: nessuno tiene benzina... solo gasolio. Ahiahiai... un benzinaio, vista la nostra preoccupazione, ferma un taxi e confabula col guidatore. Seguite quel taxi! E lo seguiamo, per un labirinto di stradine di terra battuta, fino a un portone in cui un barbuto signore vende benzina dai fusti. Ci aspettiamo un salasso, visto che appariamo come facoltosi turisti che si permettono il lusso di attraversare mezzo mondo per venire a scorrazzare in moto proprio sotto casa sua. E invece no, mistero del mercato nero, qui la benzina costa meno che dai distributori. Boh??

Salutata la calca di bambini accorsi a vedere due forestieri travestiti da Robocop nonostante il caldo opprimente, partiamo convinti che ormai la nostra meta sia dietro l'angolo. Raggiunto Foum Tizigui, il punto in cui il cordone di dune si apre come per miracolo in uno stretto canale, sgonfiamo le gomme per avere più trazione, e ci buttiamo seguendo le tracce di un fuoristrada che per nostra fortuna è passato di recente.
Sono solo pochi chilometri di dunette compatte, che costringono a una guida molto tecnica, non ideale per le nostre moto. Il caldo, la stanchezza di una giornata di guida e l'aver saltato anche il pranzo iniziano a pesare. Una, due, tre insabbiature: ogni volta tirare fuori la moto è più faticoso. Il tempo passa, e presto le energie finiscono... Nicola per oggi getta la spugna, rinunciamo ad arrivare al passo di Tifoujar. Facciamo campo qui, fra le dune. Tramonto spettacolare, notte stellata. Per la cena ripieghiamo sulle scatolette: non possiamo permetterci di sprecare acqua per cucinare, ci servirà domani, quando dovremo tirare fuori le moto da questa trappola.


Campo in Foum Tizgui


Stage 2
  • Percorso: Pozzo di Ndegba'd - Benichab - Akjoujt (rifornimento)- Foum Tizigui (campo)
  • Percorrenza: 226 km

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